Nel secolo XIV a.c. alcune popolazioni Sicule si insediarono nella Collina Ibla per fondare una città a cui diedero il nome di Hybla Heraea, un aggregato di villaggi siculi che venne in contatto con le popolazioni greche e romane e che raggiunse una certa importanza nel periodo bizantino, quando la città fu munita di un castello che doveva essere il centro e il caposaldo di una zona rinomata per la produzione del grano, in quanto recenti studi, dimostrano che il nome Ragusa deriva dall'accusativo plurale rogous (rogus) di rogoV , termine che in Sicilia e Magna Grecia indicava il granaio, i luoghi del grano, infatti,la radice indoeuropea "ra" da cui deriva grano, si ritrova anche in altri toponimi di località siciliane dove tutt'ora è forte la tradizione frumentaria e risale al periodo romano la sinonimia Sicilia - granaio di Roma.
A partire dal VII secolo si hanno le prime testimonianze di colonizzazione da parte dei Greci, testimonianze visibili ancora oggi nella Necropoli greca. Dal III secolo a.c. fino al II d.c. praticamente tutta la Sicilia, compresa Ragusa, cadde sotto il dominio dell'Impero Romano.
A partire dal VII secolo si hanno le prime testimonianze di colonizzazione da parte dei Greci, testimonianze visibili ancora oggi nella Necropoli greca. Dal III secolo a.c. fino al II d.c. praticamente tutta la Sicilia, compresa Ragusa, cadde sotto il dominio dell'Impero Romano.
Dopo la caduta dell'impero, ai Romani succedettero i Bizantini che mantennero il potere per circa cinque secoli. Durante la dominazione bizantina, Ragusa venne quasi completamente fortificata per difendersi dalle continue scorrerie dei Barbari, anche se ben poche testimonianze architettoniche risalenti a quel periodo sono potute giungere intatte fino a noi.
Tra il VIII e il XIII secolo, la zona venne controllata dagli Arabi. Fu un periodo di particolare prosperità per Ragusa e per la Sicilia, sia dal punto di vista economico che culturale e sociale. I Normanni sbarcarono in Sicilia nel 1081, raggiungendo Ragusa dopo circa 10 anni e sostituendo così gli Arabi nel dominio della città. Dopo una breve parentesi sotto il dominio degli Svevi, Ragusa passò ai Francesi. Ma in seguito alla rivolta dei Vespri Siciliani (1282), Ragusa e Modica si emanciparono dagli Angioini di Francia, passando sotto la dinastia spagnola degli Aragona, sotto i quali divennero "contee".
Nel 1286, dopo soli quattro anni, le due contee si unificarono nella Contea di Modica, che per circa un secolo venne amministrata dalla potentissima famiglia dei Chiaramonte, godendo di una notevole autonomia. La Contea prosperò dal punto di vista economico, la popolazione aumentò notevolmente insediandosi anche nella parte alta della città. La supremazia dei Chiaramonte si concluse con la condanna a morte (mai eseguita) dell'ultimo erede, colpevole di essersi ribellato agli Aragona.
Intorno al 1400 ai Chiaramonte succedette un'altra dinastia, quella dei Cabrera, che si caratterizzò per una politica espansionistica violenta ed aggressiva. Questo periodo fu segnato da continue sommosse popolari contro la famiglia dei Cabrera. Nel 1480 Anna Cabrera sposa Federico Henriquez, discendente degli Aragona, offrendogli come dote proprio la Contea di Modica. La Contea restò nelle mani degli Henriquez fino al 1702, quando l'ultimo erede della casata si schierò dalla parte di Carlo d'Austria e venne quindi giustiziato. Fu in questi anni che si verificò uno degli avvenimenti che determinarono il futuro sviluppo della contea: quello della concessione delle terre in enfiteusi; le prime concessioni risalgono al 1452, ma incominciarono ad avere rilevanza a tempo di Ludovico I Enriquez.
Venne così a formarsi a poco a poco una nuova categoria di proprietari borghesi, i più ricchi fra i quali comprando titoli nobiliari, diedero origine ad una nobiltà minore di una certa forza.
Fu da questa rivoluzione economica, provocata dall'introduzione dell'enfiteusi, che nacque pian piano il nuovo paesaggio agrario caratterizzato dalla fitta ragnatela di muretti a secco costruiti per recingere le nuove proprietà, per dividere i campi (chiuse) adibiti al pascolo, per consentire l'avvicendamento delle colture cerealicole e leguminose. I nuovi nobili assieme ai vecchi cercavano di accrescere il loro prestigio sovvenzionando la costruzione di nuove chiese, che raggiunsero un numero elevatissimo (circa trenta) se raffrontato a quello degli abitanti.
Così acquistavano, pure, il diritto di patronato (ius patronatus) sulle cappelle delle chiese adiacenti ai loro palazzi, il tutto naturalmente con l'incoraggiamento e la benedizione del clero che ci guadagnava in introiti.
Pochi anni prima, Ragusa e gran parte della Sicilia Orientale vennero scosse da un ben più tragico evento: nel 1693 un devastante terremoto si abbatté sulla zona distruggendo ogni cosa e facendo più di 5000 vittime nella sola ragusa. Ragusa si riprese dal trauma dando immediatamente inizio ad una colossale opera di ricostruzione e diventando ben presto uno splendido monumento al barocco siciliano.
Quando si decise la ricostruzione della città buona parte dei vecchi nobili preferì ricostruirla dove sorgeva prima, mentre i massari e la nuova borghesia preferirono ricostruire i nuovi edifici in contrada Patro, facendo così nascere il primo nucleo di Ragusa Nuova caratterizzato da strade ampie e rettilinee. Nacquero così, prima e dopo il terremoto del 1693, i palazzi barocchi vicino alle chiese, dai balconi sporgenti sorretti da enormi mensoloni scolpiti dalle maestranze locali, che in essi espressero la ricerca della caricatura, per sbalordire, impressionare e meravigliare. Furono anche gli anni in cui si inasprirono le lotte campanilistiche vere e proprie fra gli abitanti della parrocchia di San Giovanni, detti "Sangiovannari", e quelli della parrocchia di San Giorgio, detti "Sangiorgiari". Lotte che sono continuate per secoli, mitigate di tanto in tanto da avvenimenti eccezionali come pestilenze e carestie.
A partire dal 1713, Savoia, Austriaci e Borbone si alterneranno nel dominio della città di Ragusa, come del resto dell'Isola, fino a quando quest'ultimi attuarono l'unificazione con Napoli dando vita al Regno delle due Sicilie (1816).
Poco dopo l'annessione al Regno d'Italia (1861), nel 1865 i due nuclei della città vennero distinti con il nome di Ragusa, la parte superiore di recente costruzione, e Ragusa Ibla, la parte inferiore e più antica.
Sorsero cosi due Raguse: Ragusa Nuova e Ragusa Vecchia, quella Superiore e quella Inferiore, che ebbero per molti anni vite amministrative separate e che solo nel 1926 furono riunificate nell'attuale città capoluogo di provincia.
Venne così a formarsi a poco a poco una nuova categoria di proprietari borghesi, i più ricchi fra i quali comprando titoli nobiliari, diedero origine ad una nobiltà minore di una certa forza.
Fu da questa rivoluzione economica, provocata dall'introduzione dell'enfiteusi, che nacque pian piano il nuovo paesaggio agrario caratterizzato dalla fitta ragnatela di muretti a secco costruiti per recingere le nuove proprietà, per dividere i campi (chiuse) adibiti al pascolo, per consentire l'avvicendamento delle colture cerealicole e leguminose. I nuovi nobili assieme ai vecchi cercavano di accrescere il loro prestigio sovvenzionando la costruzione di nuove chiese, che raggiunsero un numero elevatissimo (circa trenta) se raffrontato a quello degli abitanti.
Così acquistavano, pure, il diritto di patronato (ius patronatus) sulle cappelle delle chiese adiacenti ai loro palazzi, il tutto naturalmente con l'incoraggiamento e la benedizione del clero che ci guadagnava in introiti.
Pochi anni prima, Ragusa e gran parte della Sicilia Orientale vennero scosse da un ben più tragico evento: nel 1693 un devastante terremoto si abbatté sulla zona distruggendo ogni cosa e facendo più di 5000 vittime nella sola ragusa. Ragusa si riprese dal trauma dando immediatamente inizio ad una colossale opera di ricostruzione e diventando ben presto uno splendido monumento al barocco siciliano.
Quando si decise la ricostruzione della città buona parte dei vecchi nobili preferì ricostruirla dove sorgeva prima, mentre i massari e la nuova borghesia preferirono ricostruire i nuovi edifici in contrada Patro, facendo così nascere il primo nucleo di Ragusa Nuova caratterizzato da strade ampie e rettilinee. Nacquero così, prima e dopo il terremoto del 1693, i palazzi barocchi vicino alle chiese, dai balconi sporgenti sorretti da enormi mensoloni scolpiti dalle maestranze locali, che in essi espressero la ricerca della caricatura, per sbalordire, impressionare e meravigliare. Furono anche gli anni in cui si inasprirono le lotte campanilistiche vere e proprie fra gli abitanti della parrocchia di San Giovanni, detti "Sangiovannari", e quelli della parrocchia di San Giorgio, detti "Sangiorgiari". Lotte che sono continuate per secoli, mitigate di tanto in tanto da avvenimenti eccezionali come pestilenze e carestie.
A partire dal 1713, Savoia, Austriaci e Borbone si alterneranno nel dominio della città di Ragusa, come del resto dell'Isola, fino a quando quest'ultimi attuarono l'unificazione con Napoli dando vita al Regno delle due Sicilie (1816).
Poco dopo l'annessione al Regno d'Italia (1861), nel 1865 i due nuclei della città vennero distinti con il nome di Ragusa, la parte superiore di recente costruzione, e Ragusa Ibla, la parte inferiore e più antica.
Sorsero cosi due Raguse: Ragusa Nuova e Ragusa Vecchia, quella Superiore e quella Inferiore, che ebbero per molti anni vite amministrative separate e che solo nel 1926 furono riunificate nell'attuale città capoluogo di provincia.